mayo 3, 2024

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L’Italia converte il sito di una prigione remota in un hub culturale – ARTnews.com

Il governo italiano sta ristrutturando una prigione in disuso del 18° secolo sulla remota isola di Santo Stefano nell’ambito di un’iniziativa su larga scala che includerà la realizzazione di un nuovo museo. L’iniziativa è intitolata a David Sassoli, il democratico italiano già presidente del Parlamento europeo. Sassoli è morto all’inizio di questo mese all’età di 65 anni per complicazioni dovute a una polmonite.

Lo Stato italiano sta spendendo 70 milioni di euro (86 milioni di dollari) per riabilitare i resti strutturali di Santo Stefano e dei siti costieri limitrofi. Nella prima, il governo sta costruendo un museo all’aperto che illustrerà l’oscuro passato del sito, insieme a giardini e sale conferenze che saranno utilizzate per seminari ed eventi incentrati su temi culturali e politici.

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Silvia Costa e Dario Franceschini, rispettivamente assessore italiano e ministro della Cultura, stanno supervisionando il progetto. In un comunicato, Costa ha affermato che nell’ambito del Progetto Ventotene-Santo Stefano, una “’Scuola di Alti Pensieri, che accoglie tutte le migliori esperienze formative sui diritti umani, la dignità della persona, [and] giustizia” sarebbe stata stabilita. Inoltre, il sito remoto offrirà un piccolo numero di residenze d’artista, dove i creativi potrebbero trarre «una fonte di ispirazione», ha detto Costa in una dichiarazione a il Giornale d’arte.

Costruita dal re di Napoli Ferdinando IV ed eretta nel 1789, la prigione è un panopticon, con una struttura simile a un Colosseo che consente la sorveglianza costante dei detenuti nelle celle che rivestono le pareti interne dell’edificio. Durante la seconda guerra mondiale, il governo italiano esiliò i dissidenti antifascisti a Santo Stefano e nella vicina isola di Ventotene, dove Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi scrissero un manifesto chiedendo una federazione socialista d’Europa che divenne la letteratura fondatrice dell’Unione Europea. Il carcere di Santo Stefano rimase aperto fino al 1965.

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Franceschini ha affermato che il progetto di riabilitazione è urgente poiché il Paese e i suoi vicini europei escono dalla crisi pandemica. «Là è stata concepita la nuova Europa e qui l’Europa del futuro», ha affermato il ministro della Cultura in una dichiarazione a dicembre 2020, aggiungendo che il governo mira a far diventare il nuovo sito «una fucina di pensieri e di attrazione culturale».

In linea con le mosse per estrarre il sito per la sua capitale storica, il ministero ha annunciato in maggio l’intenzione di riabilitare l’archivio di Santo Stefano, una raccolta di documenti composta da corrispondenza e fascicoli amministrativi tra detenuti dal 1860 al 1965. I materiali saranno digitalizzati .e infine reso pubblicamente accessibile. «Si tratta di documenti di grande importanza, la cui protezione e il cui futuro utilizzo da parte di studiosi e pubblico sono obiettivi fondamentali per lo studio e la memoria delle lotte per la libertà del secolo scorso», ha affermato Anna Maria Buzzi, Direttore Generale degli Archivi per l’Italia, in un dichiarazione.